Bari. Torrini, merlature e finestre neogotiche: è Palazzo De Cillis, il "castello" di via Napoli
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lunedì 19 aprile 2021
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di Giancarlo Liuzzi - foto Christian Lisco
Lo avevamo già “scovato” tempo fa quando vi parlammo di via Napoli, strada del rione Libertà che rappresentava il cuore pulsante dell’industria barese nel secolo scorso. E anche il De Cillis porta con sé la storia di una stirpe di imprenditori baresi che, a cavallo tra l’800 e il 900, si fecero conoscere in tutto il mondo per la loro “gustosa” attività.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Discendente da nobile famiglia di origine napoletana, fu infatti Teodosio De Cillis nel 1860 a fondare, inizialmente a Carbonara, la prima distilleria di alcolici di tutta la provincia. Un’impresa che trasferì nel 1886 a Bari aprendo una struttura di 4000 metri quadri in via Napoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In poco tempo la ditta divenne una delle più rinomate nel commercio mondiale di alcolici. Il cognac di loro produzione, realizzato esclusivamente da vini della provincia di Bari, tra il 1893 e il 1894 conquistò oltre 10 medaglie d’oro nelle maggiori esposizioni del settore, da Monaco a Londra e persino a Chicago. Un successo che permise alla famiglia di innalzare la sontuosa dimora che ancora oggi fa bella mostra di sé, seppur addossato a moderni edifici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Già dalla strada è possibile scorgere le merlature del piano attico e il grazioso torrino con arcate in stile gotico. Le stesse che notiamo, tra eleganti colonnine e decori floreali, sul prospetto laterale di un edificio rosa adiacente, probabilmente costruita dai medesimi proprietari. Del complesso fa poi parte un ulteriore fabbricato: nonostante il pessimo stato in cui versa mostra l’identico stampo architettonico con merli e finestre ad arco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma è la facciata ocra e bianca del palazzo principale che fa comprendere l’unicità e l’eleganza di questa insolita residenza. Si sviluppa su quattro piani più attico contraddistinti da parapetti con decori geometrici e vegetali, arcate con fregi e colonne impreziosite da gigli in pietra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Lo stile architettonico è eclettico - ci dice l’architetto Simone De Bartolo -. Mischia il neoclassicismo della parte inferiore, più affine al “murattiano” barese e contraddistinto da lesene, mensole e fasce marcapiano, con il neomedievale dei merli e degli archetti pensili della parte superiore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A rendere la struttura ancora più particolare sono il mascherone apotropaico raffigurante un demone cornuto che sormonta il balcone centrale del secondo piano, cupi volti in pietra e facce di putti sugli architravi dei finestroni laterali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il coronamento a “merli ghibellini” dell’attico conferisce all’edificio l’aspetto di un fortilizio medievale - aggiunge l’esperto -. Probabilmente frutto di una sopraelevazione successiva visto che non vi è un perfetto accordo con la parte sottostante. Si tratta di interventi eseguiti negli anni 20 del 900 su possibile emulazione del Palazzo Fizzarotti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Attraverso un varco laterale accediamo ora a un cortile, da dove possiamo ammirare le torrette merlate e una loggetta su cui si aprono quattro finestroni ogivali che celano una vetrata ad arco finemente arricchita da decori in ferro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ritorniamo sui nostri passi e raggiungiamo il portone centrale sormontato dallo stemma dei De Cillis: un levriero con una corona e al di sopra tre gigli scolpiti. Oltrepassiamo il massiccio portone in ferro accompagnati da Claudio Ardito, intermediario immobiliare che ha in carico la vendita dell’attico del palazzo di proprietà delle ultime discendenti della famiglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’atrio di accesso è contraddistinto da pannelli di marmo grigio e nero sul pavimento e su parte delle mura laterali, quest’ultime scandite da una serie di porte in legno. Sul bianco soffitto a volta pendono due lanterne dorate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un’elegante ringhiera, coperta in parte dal moderno ascensore, conduce ai piani superiori. La tromba delle scale è illuminata da grandi finestroni arcuati con fini colonnine.
Raggiungiamo l'attico e accediamo all’appartamento attraverso un’antica porta in legno a due battenti. L’abitazione si sviluppa su oltre 230 metri quadri tra una serie di ambienti e disimpegni arricchiti da una pavimentazione in marmette con decori geometrici e motivi floreali, tipiche della prima metà del 900.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entriamo nell’elegante salone principale. Si tratta di un doppio ambiente, anch’esso impreziosito da un raffinato pavimento con una variopinta trama dai colori accesi. Delle snelle colonne con ricchi capitelli a volute tagliano a metà la sala e reggono un architrave sormontato da un cornicione, che corre lungo tutto il perimetro della stanza con volti allegorici e ornamenti a foglie. In un angolo notiamo anche un radiatore in ghisa di inizio secolo con un antico scaldavivande.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Uscendo su un piccolo balcone possiamo anche godere di un’aerosa vista sul mare con il bianco Faro di San Cataldo all’orizzonte. Raggiungiamo infine la vasta e incantevole terrazza che completa l’appartamento, da dove ammiriamo da vicino i fini decori di questo “castello”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci sembra davvero di essere sulla torre di un vecchio maniero. Attorno a tutto il piano corre una fila di archetti pensili bianchi che delimitano una serie di finestrelle. E chiudono in alto il prospetto dei graziosi merli a coda di rondine. Ad arricchire ulteriormente lo stile neomedievale ci pensa una bifora scandita da pilastrini e chiusa da una grata in ferro, stesso stile di uno dei due piccoli torrini che completano la terrazza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il primo è un piccolo vano aperto sui lati da finestre ad arco che affacciano sul vasto campo sottostante. Il secondo invece dà davvero l’idea della singolarità di tutto il palazzo. Una vera e propria torretta su due livelli con merlature squadrate nella parte inferiore, dalla quale svetta un grazioso torrino con piccole feritoie sui lati e un arco che dà accesso alla terrazzina superiore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E a coronare questo gioiello ritroviamo ancora quelle raffinate merlature che da più di un secolo rendono il Palazzo De Cillis unico e sorprendente.
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